Finger Lakes | USA

Finger Lakes

Un viaggio alla scoperta dei sapori autentici dei vini e della cultura enologica del territorio dei Finger Lakes.

Finger Lakes | USA

Finger Lakes

Un viaggio alla scoperta dei sapori autentici dei vini e della cultura enologica del territorio dei Finger Lakes.

Era una sera come tutte le altre. O forse no. Avrebbe dovuto essere una sera come tutte le altre! E invece decisi di immolarmi al sacro altare del mio PRIMO servizio da sommelier in smoking. Fu una sana follia mista a inconsapevolezza che mi portò a candidarmi per quell’evento: i vini dei Finger Lakes! Volevo esordire col botto, volevo farlo in divisa ad una serata speciale con servizio al tavolo, un qualcosa da ricordare. Seppi solamente dopo che a quella serata avrebbero partecipato anche la Console degli USA, suo marito e l’Attaché all’Agricoltura USA. Ecco, di sicuro sarebbe stata una serata da ricordare!

Iniziarono a circolare i primi messaggi “minatori” a noi poveri sommelier, sul nostro capo pendeva la minaccia dei nostri responsabili. Immaginate cosa sarebbe potuto succedere se avessimo versato addosso il vino al Console? Se magari, inciampando su uno dei mille fili delle illuminazioni, degli audio, cavi di sicurezza o ragnatele di Spiderman, qualcuno fosse finito bottiglia in mano addosso al Console… sarebbe stata presto dichiarata la terza guerra nucleare.

Ecco, in questo clima di rilassata fiducia nelle nostre capacità di non far esplodere una crisi diplomatica Italia-USA, mi presentai bello in ghingheri al mio primo servizio importante. Potete immaginare il mio stato d’animo. Inaspettatamente, filò tutto liscio. Guerre non furono dichiarate, nemmeno nuovi dazi all’import. Fui molto attento al servizio, ma altrettanto fui attento al racconto della serata. Questo fu uno degli eventi che contribuì maggiormente ad accendere in me la scintilla della curiosità.

"Undici laghi di forma stretta e allungata, che ricordano le dita delle mani che, dal versante americano arrivano a solleticare le rive del lago Ontario"

Finger Lakes: chi avrebbe mai pensato prima che mi sarei così tanto incarognito alla ricerca di vini di zone meno famose, meno chiacchierate, meno cool, e che questa cosa avrebbe avuto un ruolo così importante, affascinante e appagante nel mio percorso di crescita? Figuratevi, l’estate successiva decisi perfino di andarci, nei Finger Lakes! Per toccare con mano ciò che avevo capito, che mi aveva incuriosito, di quei vini e di quel territorio.

E allora, parliamone un secondo di questi Finger Lakes!

Undici laghi, di forma stretta e allungata, che ricordano le dita di due mani (vabbè, una avanzava…perdonatela!) che dal versante americano arrivano a solleticare le rive del lago Ontario. Pare che per i nativi americani questo luogo fosse considerato benedetto dal Grande Spirito ed una volta visto coi miei occhi devo dirvelo: come dargli torto?


I nomi dei laghi: Cayuga, Seneca, Keuka, Otisco, Owasco, Skaneateles, Canandaigua, Honeoye, Canadice, Hemlock, Conesus. Tutti nomi di tribù locali, ultimi avamposti a contrastare un Occidente in inarrestabile espansione.

Potrei soffermarmi a parlare dei Vichinghi che (pure loro!) sbarcarono in queste terre, chiamando questa regione “Vinland” (chissà perché ???) o potrei continuare annoiandovi con seriose disquisizioni di carattere climatico/geologico. Ma a che pro?

Ciò che mi rimase impresso subito fu invece la bellezza, la magia che traspare dalle nebbie mattutine risalenti dai laghi. È veramente una terra benedetta!

Estremo nord per la viticoltura, eppure i laghi donano alle vigne quel calore necessario… il resto lo fa la cultura e la tradizione finalmente molto poco europea di chi in quei posti ci vive e fa vino da generazioni. E per loro fare il vino è un po’ come fare latte: un prodotto ancora privo (in gran parte) di quel marketing asfissiante, di quella seriosità e pseudocultura che per forza di cose al giorno d’oggi deve ammantare ogni racconto di vino e di terroir. Lì fanno ancora latte, a volte di mucca, a volte di uva.

Potremmo entrare nel tecnico e raccontare di vini dove è ancora a volte presente un po’ di quella rusticità tipica, che io associo alla leggerezza del viver sani, senza inventarsi pantomime per sembrare più belli.

"Sono vini genuini, sarebbero piaciuti moltissimo a Mario Soldati"

Sono vini che hanno difetti, fortunatamente. Sono vini da climi freddi.

Non a caso troviamo tanto Riesling, ma anche tanto Vidal, troviamo ibridi come il Cayuga, come il Traminette, il Lemberger. Ovviamente, troviamo anche l’onnipresente Chardonnay.

Sono vini freschi, accoglienti, spesso leggermente abboccati, come la gente del luogo. Vini semplici e puri.

Mi sono soffermato col pensiero, mentre degustavo un Blush Wine realizzato da un blend di uve Cayuga e Concord. A un vino del genere mai mi ci sarei avvicinato qui, a casa mia: color Sanbittèr, al naso un'esplosione di chewingum, mentre al palato si presenta come un Aperol leggermente alcolico. Non so cosa ci facesse lì, fra i vini. Non so nemmeno cosa ci facessi io, lì. Ma è stata una esperienza mistica.

"Color Sanbittèr, al naso una esplosione di chewingum, mentre al palato si presenta come un Aperol"

Potrei continuare parlando altri vini, di Niagara dai profumi esotici di Selz al mandarino, di Lemberger con interessanti sentori di cheesecake alla fragola, di vini abboccati senza soluzione di continuità, ma anche di grandissimi Icewine a base Vidal.

Ovviamente ci sono anche cantine più moderne, che propongono vini più classici, per fortuna non sono ancora moltissime.

Ricordo nitidamente di una cantina che si vantava di produrre solo “dry wine”, come se fosse una cosa strana, eccezionale. Ed in effetti lì un po’ lo è. Poi vado a scoprire che l’enologo è italiano e molte cose si spiegano da sole. Ma che ci fa un enologo italiano in una Winery nei Finger Lakes? Sacrilegio! Lasciateli stare che sono belli così, senza che cerchiamo di imporre a tutti i nostri conformati gusti europei.

Gli abbinamenti? Un po’ come viene, come da autentica cultura americana. Perché quando bevi un vino, è giusto fondersi con la cultura del posto in cui sei, è il modo migliore per apprezzare la sua natura. Fuori da lì, non sarà più lo stesso. Magari sarà meglio (dubito!), ma non sarà più lo stesso. Degusterete vini spesso serviti ancora su piccoli recipienti di plastica come quelli che nei ristoranti servono per mettere il ketchup, nella più classica delle modalità self-service senza nessuno che ve li “racconti”, rilassati su una sedia di legno affacciata su una splendida vigna che scivola verso uno di quei meravigliosi laghi mentre la gente del posto, sulle proprie barche anni 80, trascorre pacifiche vite.

"Degusterete vini, rilassati su una sedia di legno affacciata su una splendida vigna che scivola verso quei meravigliosi laghi"

E poi ancora parchi, incantevoli vallate, cascate, laghi, sole, tanto sole. E un circuito in cui un tempo correva perfino la Formula 1! Hanno tutto da queste parti, ma hanno soprattutto la magia che spesso, alle nostre latitudini, è andata persa.