Sa Pa | VIETNAM

Il Riso a Muong Hoa

Alla scoperta degli antichi saperi della coltura del riso del popolo dei Hmong: tra varietà indigene di riso dimenticate, nuove tradizioni culinarie e paesaggi di montagna incontaminati.

Sa Pa | VIETNAM

Il Riso a Muong Hoa

Alla scoperta degli antichi saperi della coltura del riso del popolo dei Hmong: tra varietà indigene di riso dimenticate, nuove tradizioni culinarie e paesaggi di montagna incontaminati.

Alla fine di un mese di viaggio per attraversare da Sud a Nord il Vietnam giungo alla mia ultima tappa: Sa Pa, la città montana più alta del paese. L’ obiettivo? Quello di visitare le famose risaie di montagna nella valle di Muong Hoa e scoprire di più sulla coltura del riso a terrazza.

Una mattina calda e umida di Aprile incontro la mia guida Thi Tung, appartenente al gruppo dei “Black Hmong”, una delle 52 minoranze etniche del paese. Si narra che questa tribù nomade sia arrivata in Vietnam dalle regioni montuose della Cina circa 300 anni fa. Noti anche come “le genti di montagna”, i Black Hmong custodiscono orgogliosamente le tradizioni legate alla loro cultura: dal parlare esclusivamente il proprio dialetto, alla coltivazione delle piante di indaco per la colorazione dei loro straordinari indumenti, alla fabbricazione dei propri caratteristici gioielli, sono loro gli artigiani delle risaie terrazzate che hanno creato uno tra i paesaggi più affascinanti al mondo.

"Dopo una breve visita al mercato della domenica di Sa Pa"

Iniziamo la nostra escursione in montagna che durerà 3 giorni. Thi Tung è una giovane donna di bassa statura, la pelle bruna per la costante esposizione al sole di montagna e uno dei sorrisi più radiosi che abbia mai incontrato. All’ età di 18 anni ha deciso di imparare l’ inglese per poter diventare una delle guide locali conosciute come “Mamas”. Durante la nostra scalata sotto il sole cocente di mezzogiorno, imparo con stupore che in questa regione sono le donne note come Mamas a sostenere economicamente la famiglia, accompagnando i visitatori in escursione in montagna, mentre i mariti si occupano delle faccende domestiche come coltivare i campi, badare ai figli e cucinare.

Nel tardo pomeriggio tiro un sospiro di sollievo quando arriviamo a Hầu Thào; è in questo villaggio abitato esclusivamente da 600 famiglie Hmong che Thi Tung è nata ed è qui che ha iniziato a costruire la sua casa circa 7 anni fa. Ad accogliermi nella tradizionale abitazione in legno sono il marito, i tre figli ed una spettacolare vista con tramonto sulla valle di Muong Hoa - posso dire che le lunghe ore di trekking ne sono valse la pena!

Intorno alla tavola preparata insieme alla famiglia, posso imparare di più sull’ alimento principale della cucina locale: il riso. Cucinato al vapore, lo si mangia a colazione, pranzo e cena, servito in piccole ciotole con bacchette di legno e accompagnato da diversi piatti di verdure di stagione, mentre la carne o il pesce di acqua dolce sono un lusso che le povere famiglie contadine possono concedersi solo una o due volte a settimana.

Come la maggior parte delle famiglie del villaggio anche quella di Thi Tung possiede un modesto appezzamento di risaie terrazzate, sono sorpresa di sentire che

"La loro consumazione annua di riso è pari a circa 700 Kg."

Mentre cerco di districarmi al meglio nell’ arte del mangiare con le bacchette, Thi Tung mi spiega che per via delle condizioni ardue legate al clima e al territorio montano, qui la raccolta del riso avviene solo una volta all’anno. Le famiglie che possono permettersi dei bufali o una macchina per arare le risaie iniziano a prepare il terreno una volta passato l’inverno. In assenza di un sistema di irrigazione, anch'esso troppo costoso, si aspetta che le piogge allagano i campi, così da permettere l’impiantazione delle piantine di riso tra maggio e luglio, mentre il raccolto avviene tra settembre e novembre. Il riso viene ancora coltivato in modo tradizionale, senza l’aggiunta di fertilizzanti o pesticidi se non il letame dei bufali che pascolano serenamente intorno alle risaie; la mietitura è tuttora effettuata a mano e diverse famiglie utilizzano una antica macchina in pietra per separare i chicchi dalle spighe.

In passato si piantava una sola varietà di riso locale chiamato “Lo Puop”

Caratterizzato da piccoli chicchi bianchi ed una spiccata aromaticità. Da questa varietà viene anche prodotto il “ruou can”, un vino di riso locale che ho la fortuna di degustare a fine pasto. E’ un digestivo di media gradazione alcolica fresco e dolce al palato, con uno spiccato sentore di riso fermentato al fin di bocca.

Oggi giorno però, per via della minore rendita di queste piante, le famiglie locali acquistano delle varietà di riso provenienti dalla Cina, il cui prodotto è di qualità inferiore ed anche più soggetto a pesti e malattie. Thi Tung aggiunge sorridente che la sua famiglia è una delle poche a coltivare le piante di riso Lo Puop, così da proteggere questa preziosa varietà indigena che rischia di essere estinta.

Imparo con stupore che il riso qui non è soltanto il protagonista della cucina locale, ma anche un esempio di come attraverso un alimento si possano trasmettere saperi antichi, custodire identità culturali e legate al territorio e creare comunità autosufficienti.

"Solo i Hmong custodiscono e possono trasmettere questa antica semenza"

Inoltre, le famiglie Hmong che non possiedono delle risaie acquistano o barattano con altri prodotti il riso coltivato dalle famiglie limitrofe, contribuendo al sostentamento dell’ economia locale.

Un alimento che per noi Italiani potrebbe sembrare quasi banale qui risulta essere l’anima del territorio e di antiche comunità i cui ritmi di vita sono ancora scanditi da quelli della natura.

Lascio la valle di Muong Hoa profondamente arricchita dai sorrisi delle persone, dalla bellezza della natura, da una cucina dai sapori autentici; forse solo un ingrediente apparentemente semplice come dei chicchi di riso poteva ricordarmi quanto sia importante apprezzare le cose semplici della vita.