Venezia | ITALIA

Vartanush la confettura di rose che racconta la cultura armena

Sull’isola di San Lazzaro, nel cuore della laguna veneziana, i monaci mechitaristi preservano la cultura armena con la Vartanush, una confettura di rose unica e ricca di storia.

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Vartanush la confettura di rose che racconta la cultura armena

Sull’isola di San Lazzaro, nel cuore della laguna veneziana, i monaci mechitaristi preservano la cultura armena con la Vartanush, una confettura di rose unica e ricca di storia.

Nascosta tra le acque calme della laguna veneziana, l’isola di San Lazzaro degli Armeni è un rifugio di pace e cultura, lontano dai percorsi turistici più affollati. Piccola nelle dimensioni, ma ricca di storia, l’isola custodisce una storia affascinante e un tesoro di inestimabile valore per la cultura armena: il monastero dei monaci mechitaristi.
Fondato nel 1715 da Mechitar, un monaco armeno in fuga dalle persecuzioni ottomane, il monastero è diventato un centro di spiritualità e conservazione culturale, dove libri, manoscritti e tradizioni secolari si fondono in un armonioso intreccio.Uno degli esempi più affascinanti di questa tradizione è 

la Vartanush, una confettura di rose

che affonda le sue radici in un’antica ricetta armena tramandata dai monaci nel corso dei secoli. L’isola di San Lazzaro, che un tempo ospitava un lebbrosario, fu concessa a Mechitar dalla Repubblica di Venezia nel 1715 per permettergli di stabilire una comunità monastica. Da allora è diventata un simbolo di resistenza culturale e religiosa, grazie ai monaci mechitaristi che, seguendo la regola di San Benedetto, hanno trasformato l’isola in un luogo di studio, preghiera e preservazione del patrimonio armeno.

Oltre alla sua vocazione spirituale, l’isola è nota per il suo giardino rigoglioso, situato nella parte settentrionale. Questo giardino, curato con grande dedizione, ospita diverse varietà di rose, come la rosa canina e la rosa damascena. 

In questo giardino 

le rose non sono semplici fiori decorativi

ma una parte fondamentale di una tradizione che continua a fiorire. Ogni maggio, alle prime luci del mattino, i monaci raccolgono con cura i petali di rosa canina e rosa damascena, scegliendo i fiori migliori e lavorandoli a mano con estrema attenzione. La confettura che ne nasce è un simbolo di pazienza e dedizione: i petali vengono mescolati con zucchero e succo di limone, lasciati macerare e poi cotti fino a ottenere una consistenza vellutata e un aroma che evoca il profumo di un giardino in piena fioritura. Il risultato è una confettura dal colore rosso intenso, il cui sapore delicato porta con sé tutto il fascino delle rose appena colte.

Inserita nell’Arca del Gusto di Slow Food

rappresenta uno di quei prodotti alimentari tradizionali a rischio di scomparsa, che l’iniziativa si propone di preservare e valorizzare. In questo modo, ciò che nasce in un piccolo angolo della laguna veneziana diventa un simbolo universale della biodiversità e del rispetto per la tradizione.

Per secoli, questa confettura è stata una specialità riservata al consumo interno del monastero che tradizionalmente veniva offerta ai visitatori dell’isola come segno di ospitalità e come simbolo delle ricchezze spirituali e materiali del monastero.

Ad oggi anche i turisti che giungono a San Lazzaro possono acquistarla, non come un semplice souvenir, ma come un autentico testimone della cultura armena.
Offrire questo prodotto al mondo esterno consente ai monaci di condividere la loro storia e tradizioni, permettendo ai visitatori di portare con sé un pezzo di questa cultura millenaria. 

San Lazzaro degli Armeni, rappresenta un prezioso baluardo della cultura armena nel cuore della laguna veneziana, dove la produzione della Vartanush, con la sua meticolosa attenzione ai dettagli e il rispetto delle tradizioni secolari, dimostra come i monaci mechitaristi abbiano saputo mantenere viva la loro identità, anche lontano dalla loro terra natale.

La Vartanush non è quindi solo una confettura di rose, ma un concentrato di storia, dedizione e amore per una tradizione che continua a fiorire, come le rose nei giardini di San Lazzaro.

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