Nel 2000 avevo fondato con mio marito una delle prime e poche torrefazioni artigianali che sarebbe diventata, in seguito, parte dello scenario dello specialty coffee italiano.
Alle nostre spalle non avevamo una tradizione familiare, eravamo arrivati al caffè dalla gavetta nel bar, e, guidati da molto entusiasmo e scarsa conoscenza, tentavamo di esplorare la botanica del chicco e le tecniche di tostatura in un affascinante percorso in costante evoluzione, ricco di incontri, scoperte, confronto e apprendimento.
Fu proprio nel 2012, durante Terra Madre, che incontrammo Cesar Marin, poco più che ventenne, invitato in qualità di delegato dal Perù in uno dei suoi primi viaggi fuori dalla sua terra.
Ne è seguita una grande amicizia, che dura tuttora e che mi ha portato a collaborare con la famiglia Marin, a recarmi in visita a La Chacra d’Dago e a sostenere il loro progetto imprenditoriale
e sociale oltre che acquistare il loro caffè, che negli anni è sempre migliorato, anche grazie alle cure e alla presenza costante in campo di Hector, fratello di Cesar e alla supervisione di Dagoberto, padre di Cesar, Hector e Eduardo e pioniere della Biodinamica in America Latina.
La famiglia Marin coltiva caffè da tre generazioni a Villarica, nella provincia di Oxapampa, regione di Pasco, sul versante orientale della Cordigliera Occidentale, a una giornata di auto da Lima.
Il nonno di Cesar, negli anni ’50 coltivava caffè convenzionale, praticando agricoltura massiva e monocoltura, come tutti in quel periodo.
Negli anni ’90, Dagoberto, padre di Cesar, Hector ed Eduardo, coltivatore di seconda generazione, aveva iniziato seguendo le orme del padre, ma ben presto si rese conto che l’uso di fertilizzanti e pesticidi avrebbe contribuito ad accelerare il disastro ambientale, così come la monocoltura e lo sfruttamento sconsiderato del suolo.
Agronomo sensibile alle problematiche ambientali e consapevole della necessità di una educazione al rispetto della natura, convertì ben presto l’azienda ereditata in agricoltura biologica, fondando La Chacra d’Dago , rompendo definitivamente con le tradizionali tecniche convenzionali e coinvolgendo i figli e i collaboratori in una svolta di mentalità che consentisse la svolta.
Nel 2005, Dagoberto si avvicina alla visione spirituale antroposofica del filosofo Rudolf Steiner intraprendendo la terza svolta, che lo porta, oltre le pratiche biologiche, ad abbracciare l’agricoltura biodinamica.
Tre generazioni: tre percorsi emblematici di tre epoche differenti, tre consapevolezze, tre urgenze,tre risposte a cavallo fra XX e XXI secolo
Alla Chacra d’Dago, la salute del suolo, degli esseri viventi, l’equilibrio e l’armonia fra agricoltura ed ecosistema sono le fondamenta di uno stile di vita che va oltre le pratiche agricole.
La coltura del caffè è parte di un universo e di una circolarità che mette in primo piano il nutrimento del suolo, la tutela della grande biodiversità che vede il Perù tra i primi dieci paesi al mondo per ricchezza di aree protette, varietà di fauna e flora.
Alla Chacra d’Dago il caffè cresce all’ombra di alberi ad alto fusto per garantire una maturazione lenta delle ciliegie; piante da frutto di differenti varietà, leguminose, fiori e verdure, l’apicoltura e l’allevamento di animali da cortile, un utilizzo consapevole della vicina fonte di acqua, creano una connessione che rigenera il suolo e arricchisce la qualità e la complessità del caffè.
Alla Chacra d’Dago viene data fondamentale importanza alla produzione interna del compost, costantemente monitorato e restituito al suolo.
La famiglia Marin è impegnata nell’educazione al rispetto dell’ambiente
ospitando torrefattori, baristi e agricoltori coi quali avviene uno scambio di informazioni e opinioni. La ricerca di un'armonia che non escluda nessun essere vivente è la filosofia quotidiana della famiglia Marin e la loro ospitalità è parte di questa ricerca di armonia.
Sono stata ospite alla Chacra d’Dago nel 2022, durante il raccolto, per selezionare e processare il primo lotto della Slow Food Coffee Coalition , che, insieme a Cesar, abbiamo presentato a Terra Madre.
La varietà scelta, un Yellow Catuai, è stata raccolta alle pendici dei monti intorno alla fattoria; le piante di caffè arrivano a circondare la casa – una palafitta esagonale in legno dove vivono Hector, la moglie e i loro bambini ed è stata costruita con materiali che la integrano nell’ambiente circostante. Abbiamo scelto con attenzione solo le ciliegie mature, poi fermentate in tanks con lieviti nativi, controllando la temperatura e i tempi di fermentazione e poi l’asciugatura, per ottenere una tazza intensa e ricca di aromaticità e dolcezza.
Con Hector e Eduardo ho visitato la piantagione divisa in parcelle, dove le piante di caffè crescono nella foresta, fino ad arrivare alla fonte che fornisce acqua a La Chacra d’Dago e ai villaggi circostanti.
Passeggiare nella foresta, fra le grida degli uccelli e il profumo dei fiori è rivitalizzante!
E’ stata un'esperienza emotiva molto intensa, che ha cambiato radicalmente la mia idea di caffè speciale, di qualità del caffè, imprescindibile dal rispetto per l’ambiente e da un approccio olistico che favorisce complessità e contaminazione tra mondo animale e vegetale.
Nei pomeriggi trascorsi con Dagoberto e la moglie Nelly, nel bel giardino che raccoglie una parte delle tante varietà di orchidee presenti in Perù, all’ombra di alberi da frutto a me sconosciuti,
ho ascoltato la loro storia, iniziata 40 anni fa, fra le aule universitarie, in un America Latina in fermento e in cerca di una identità e di una indipendenza economica non ancora raggiunte, fra battaglie a volte cruente, la rivoluzione studentesca e la speranza di una emancipazione dalla povertà che ancora tarda ad arrivare per tutti.
Poi, la scelta di lasciare Lima per tornare nella casa dove Dagoberto è cresciuto, e fra le mille difficoltà, dar vita al loro progetto agricolo, far crescere i tre figli nella natura.
La Chacra d’Dago è un riferimento per tutti gli agricoltori che in America Latina vogliono intraprendere le pratiche dell’agricoltura biodinamica e Cesar, Hector e Eduardo, con ruoli differenti, continuano il percorso iniziato dal padre e la madre, con un team di giovani collaboratori, non solo nella produzione del caffè ma anche nell’educazione al rispetto dell’ambiente associando l’impegno nel movimento di Biodinamica a quello in Slow Food Coffee Coalition , nella comune visione e prospettiva che pone la coltivazione del caffè in un contesto di agricoltura circolare e rigenerativa.