Toscana | ITALIA

Cortona, tra mito e nuovo terroir

Gli Etruschi, un antico vigneto e uno nuovo, la cucina e la Toscana: cosa chiedere di più?

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Cortona, tra mito e nuovo terroir

Gli Etruschi, un antico vigneto e uno nuovo, la cucina e la Toscana: cosa chiedere di più?

Prima di ogni gita ti prepari un minimo, no? Cioè, non è che vai proprio così allo sbaraglio senza sapere in che parte di mondo ti trovi. A me piace cercare di capire, osservare da lontano, provare a immedesimarmi nelle tradizioni e nei costumi dei luoghi che visiterò. L’ho fatto anche questa volta e mi sono imbattuto nella Tabula Cortonensis … e da qui è partito il mio viaggio.

Non so se ne conoscete la storia, del suo ritrovamento e di tutto quello che ne precede e ne consegue: tutto è ancora avvolto nel mistero. Una tipica storia italiana, di bugie, affari loschi che finiscono a tarallucci e vino.

"La più antica testimonianza di un atto notarile di compravendita di un vigneto"

Per dirla in breve, pare che qualcuno fece ritrovare ai Carabinieri questa importante tavola etrusca in un luogo diverso da quello del suo reale rinvenimento, pare che il reale luogo di origine sia oggi sotto colate di metri e metri di cemento a beneficio di qualche progetto edile di turno, con ogni probabilità a coprire un sito archeologico di inestimabile valore ormai perduto per sempre.

Come dicevo, tipiche storie italiane, ma valla a sapere la verità! Ciò che di certo c’è, è il valore inestimabile di questo reperto, addirittura la più antica testimonianza di un atto notarile di compravendita di un vigneto!

Protagonista un certo Petru Scevas, personaggio di origini modeste, arricchitosi in una fase storica particolarmente turbolenta per l’Italia, ai tempi dell’invasione di Annibale, quando l’Etruria tutta fu scossa da movimenti di rivolta, in seguito ai quali nacque una nuova struttura sociale, piccole fattorie a conduzione familiare e una riorganizzazione della proprietà terriera di cui siamo testimoni anche grazie a questo documento. Forse, eravamo di fronte ad una “Rivoluzione Francese” ante litteram.

Petru Scevas, secondo alcune interpretazioni, cedeva il suo vigneto e la sua oliveta, in cambio di una posizione sociale migliore. Pagherei per essere lì con lui, in questo momento, per vivere la sua storia. Eravamo nel II sec. a.C. e chissà da allora in quante e quali mani sono passati, nel corso dei secoli, quei vigneti, quelle olivete? La nostra storia e quella di Cortona procede di pari passo con la storia dell’olio, con la storia del vino.

Oggi queste terre sono ancora, come allora, ammantate di storia, di fascino, di mistero. E di bellezza. Mi capita spesso di parlare di bellezza, quando visito certi luoghi; subisco sempre il fascino della terra, dei vigneti, degli uliveti. Ancora di più quando fanno da contorno ad una città da una storia immensa e mitologica.

"Fondata da Dardano, figlio di Giove e di Elettra"

Secondo Virgilio, nato a Cortona e partito successivamente per l’Asia, Cortona fu fondata da Dardano, figlio di Giove e di Elettra. I suoi eredi fondarono Troia, da cui Enea (discendente di Dardano) tornò profugo nelle sue terre di origine e fondò infine Roma.

Un proverbio dice, seguendo la leggenda: “Cortona, mamma di Troia e nonna di Roma”. Il fascino della storia che si lega alle leggende. Divenne importante lucumonia etrusca, ma non perse mai la sua vocazione a fare buon vino, come testimonia il nostro Petru. Ancora oggi, piccolo borgo in provincia di Arezzo, beneficia di una posizione e di un clima ideali per la viticoltura, grazie anche all’influenza climatica del vicino lago Trasimeno.

"Qui in queste terre, la Syrah ha trovato un suo perché"

Il viaggio parte sereno, come ogni nuova prima volta. Ero già venuto anni fa da queste parti, ma con altri concetti in testa e non per bere vino. Oggi sarà una giornata diversa, altrettanto bella, in compagnia di mia moglie e di due miei carissimi amici.

Prima visita: ci attende Stefano Amerighi, ormai vero guru della zona. Sua forse è la Syrah più iconica. Certo, perché da queste parti, Toscana, terra di Sangiovese, coltivano Syrah. Dovrà pur esplicarsi in qualcosa il tipico campanilismo toscano no?

Qui in queste terre la Syrah ha trovato un suo perché: alcuni produttori illuminati, agli inizi degli anni 2000, si unirono in un Consorzio da cui scaturì la vera e propria nascita di un terroir. Certo, perché il vero terroir si esplica al massimo quando una comunità di individui si unisce intorno ad un luogo con caratteristiche peculiari e crea, intorno ad un minimo comun denominatore, una nuova cultura del vino. Siamo quindi al cospetto di uno di quei rari esempi moderni di nascita di un vero e proprio terroir: Cortona e la Syrah.

Stefano Amerighi persegue con tenacia i suoi ideali di viticoltura naturale e biodinamica. Di conseguenza il suo vino è pura ricerca alchemica: continue sperimentazioni, micro vinificazioni, micro parcellizzazioni, utilizzo di molteplici materiali, tempo, molto tempo. Anche la sua etichetta, “la teoria dell’antica luna”, rispecchia tutto questo: la nascita della luna dal nucleo fertile della terra, il suo distacco, la sua nuova forma. Il suo vino è come lui dunque: umano, sensibile, una leggera nota speziata, ma fresco, molto fresco, che invoglia a nuovi sorsi, pur rimanendo piacevolmente persistente.

Francesco, stretto collaboratore di Stefano e persona di estrema competenza, ci accompagna in un viaggio fatto di 9 assaggi di botte e 2 di bottiglia. La bellezza di apprezzare differenze di micro appezzamenti distanti anche solo 50 metri gli uni dagli altri, vinificati separatamente… e il nuovo progetto Montagna, che ci mostra il futuro della denominazione.

Il suo vino in bottiglia, al termine di questo lungo percorso di assaggi in cantina, è la sintesi (ma non la somma algebrica!) di ciò che abbiamo assaggiato: il suo Apice rappresenta il punto di arrivo di tutta la sua filosofia, è un vino complesso per profumi che vanno dall’amarena matura ad i frutti di bosco in confettura, per poi aprirsi al cuoio, al pepe nero… in bocca un sorso potente, ma al tempo stesso elegante e sorprendentemente fresco, vorrei quasi dire “semplice” nella sua dinamica, nella sua bevibilità, nella sua piacevolezza. Un vino che ti spiazza.

"La cucina di un tempo si sposa a meraviglia con la Syrah"

Veloce pausa pranzo, doverosa. Anche qui non ci siamo risparmiati e ci siamo immersi nei prodotti tipici, da annaffiare con un buon Cortona: Pappardelle all’Ocio, Faraona ripiena alle olive, cucina ideale per godere di un giusto abbinamento! La cucina di un tempo, con sapori decisi, si sposa a meraviglia con le caratteristiche della Syrah.

Seconda e ultima visita, prima del meritato ritorno a casa, ci fermiamo da Fabrizio Dionisio, altro riferimento della denominazione, altro cultore della qualità, della artigianalità, del rigore.

Ci troviamo di fronte ad una interpretazione del vino e della Syrah di Cortona diametralmente opposta, ma non per questo meno interessante, ed anche questo è il bello di questa DOC che, nonostante differenze di stile, riesce a mantenere una sua anima ed una qualità notevoli.

Cemento, porcellana, anfora, biodinamica da un lato (Amerighi); Cemento, ma soprattutto legno ed equilibrio dall’altra (Dionisio).

"La luna, poi il sole. Il ciclo della vita."

Fabrizio, arrivato a Cortona da adulto, per libera scelta, continua a scegliere, ogni giorno, di produrre vini soprattutto belli e precisi, oltre che buoni. La ricerca del bello trasuda ovunque: nella sua abitazione, nei suoi saloni, nel suo arredamento.

Anche le sue etichette sono la manifestazione di una visione opposta: il sole, non più la luna di Amerighi, quasi a fare da contraltare, disegnato con tratto infantile. Ed un cuore rosso, vivo.

Vivo come il suo vino, esplosivo, dove le asprezze si fondono con le morbidezze in modo assolutamente elegante, come la Syrah riesce spesso a fare, se trattato con cura.

Il Castagno, vino rappresentativo della sua azienda, precisa espressione di Fabrizio (come ama dire), è un vino che lo rispecchia in modo netto. È un vino potente, pieno di aromi complessi (spezie su tutti, ma anche la classica piccola frutta rossa e una balsamicità sempre presente), accompagnato da tannini ben presenti ma vellutati, sorretti a loro volta da una notevole freschezza che lo rende un vino equilibrato e fine.

Due espressioni diverse dello stesso vitigno, della stessa filosofia, dello stesso terroir, come dicevo. La luna, poi il sole. Il ciclo della vita.