Toscana | ITALIA

Pitigliano ed il suo tufo

Un piccolo borgo della Toscana racchiude tradizioni che hanno la storia enologica etrusca e la cultura gastronomica ebraica come tratto distintivo.

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Pitigliano ed il suo Tufo

Un piccolo borgo della Toscana racchiude tradizioni che hanno la storia enologica etrusca e la cultura gastronomica ebraica come tratto distintivo.

Nel cuore della Maremma Toscana il piccolo borgo di Pitigliano brilla come una gemma vinicola, dove la storia millenaria si fonde con il territorio ricco di tufo, plasmando vini che raccontano una storia unica e avvincente. Le radici storiche di Pitigliano affondano nell'antichità etrusca, quando gli Etruschi scelsero di coltivare le viti nei terrazzamenti di tufo, aprendo la strada alla tradizione vinicola che persiste ancora oggi. Le stradine medievali di Pitigliano narrano storie di nobili famiglie, commerci coi fiorentini e una cultura enologica radicata nel paesaggio stesso.

Le radici storiche di Pitigliano affondano nell'antichità etrusca, quando gli Etruschi scelsero di coltivare le viti nei terrazzamenti di tufo

Il tufo, roccia di origine vulcanica, è il custode silenzioso della storia del territorio. Questa roccia porosa, ricca di minerali, caratterizza il terroir, donando ai vigneti di Pitigliano una firma distintiva. Le viti affondano le loro radici profondamente in questo terreno, e il tufo contribuisce a creare vini dal carattere unico. Il territorio di Pitigliano conferisce ai vini della regione una personalità distintiva, caratterizzata da mineralità, complessità aromatica e una struttura che riflette le condizioni uniche del terroir. Questi elementi contribuiscono a rendere i vini di Pitigliano affascinanti e memorabili per gli appassionati del nettare di Bacco.

Il vitigno Ciliegiolo è il loro fiore all’occhiello, che nella sua versione più semplice, e forse più tipica, esprime fragranza, croccantezza e bevibilità a go-go

Il tufo manifesta tutta la sua grandezza nei vini dell’ azienda agricola Sassotondo. Edoardo e Carla hanno lasciato i loro lavori a Roma nel 1990, ormai logori dalle attività cittadine e sono arrivati in questo pezzo di terra. Il terreno era incolto, con una casa mal messa e un solo ettaro di vigna ma l’importante era la passione, la volontà e l’amore per il lavoro di campagna e per il mondo del vino. In soli sette anni sono riusciti ad avere la prima vendemmia, la loro prima bottiglia. Anche nella cantina il tufo è la materia principale: sul tufo sono impiantati i vigneti, di tufo sono le case, nel tufo è scavata la cantina, di tufo è il Sassotondo, simbolo della loro azienda: si erge in mezzo a un campo, arrotondato dal tempo.

Edoardo e Carla hanno analizzato con attenzione tutte le minime sfumature della loro tenuta, valorizzando in modo esemplare non solo il rapporto tra pianta e suolo, ma anche l'ecosostenibilità delle colture, che oggi sono a certificazione biologica con interventi di biodinamica. Parallelamente, hanno giocato anche sulla struttura dei vini non utilizzando più botti piccole ma botti grandi con l'intento di produrre un vino dallo stile dritto, schietto e caratteristico. Il vitigno Ciliegiolo è il loro fiore all’occhiello, che nella sua versione più semplice, e forse più tipica, esprime fragranza, croccantezza e bevibilità a go-go.

Da questa vigna nasce la versione più opulenta del Ciliegiolo

A questo vitigno è dedicata anche la loro vigna migliore, la vigna San Lorenzo che gode anche di un panorama mozzafiato: lo sky-line del borgo di Pitigliano incastonato nella collina. Gioia pura. Da questa vigna nasce la versione più opulenta del Ciliegiolo che è poi lo splendido cru di un'azienda che ha scelto di puntare tutto sul vitigno autoctono ingiustamente ritenuto minore. Pur dopo oltre due anni di legno resta un vino scattante e dinamico, ma con un sorso di tale eleganza e sapidità da non lasciare stupiti di fronte agli importanti riconoscimenti ottenuti. Non dimenticando la new-entry in casa Sassotondo, chiamata Poggio Pinzo, sempre a base di Ciliegiolo ma fermentato in anfora, il resto della produzione è incentrata sul grande bianco della zona: Isolina, bianco di Pitigliano DOC, incredibilmente sfaccettato e variegato è ampio, sapido, minerale e di avvolgente persistenza.

I vini di Sassotondo, scolpiti nel tufo e radicati nella storia, offrono un viaggio sensoriale che va oltre il semplice sorseggiare un bicchiere. Sono un invito a scoprire il legame indissolubile tra la pietra millenaria e il nettare che scorre nelle bottiglie, svelando i segreti di un territorio che ha preservato il suo fascino attraverso i secoli. Vini genuini, territoriali e sinceri.

La città è spesso chiamata "Piccola Gerusalemme" per la radicata presenza di una comunità ebraica

Per le vie del borgo, tanti negozietti di artigianato e prodotti tipici, come i dolci tradizionali della cultura ebraica, che riportano alla memoria antichissime tradizioni ed eventi del passato.
Pitigliano è noto per la sua forte connessione con la cultura ebraica. La città è spesso chiamata "Piccola Gerusalemme" per la radicata presenza di una comunità ebraica significativa nel corso della storia. Nel XVI secolo, gli Ebrei giunsero a Pitigliano in cerca di rifugio dalle persecuzioni. Trovarono accoglienza e protezione sotto la signoria del conte Niccolò IV Orsini, che favorì l'insediamento della comunità ebraica nel suo territorio. Tracce di questa presenza si possono ancora trovare nella cucina locale con il dolce conosciuto come “Sfratti di Pitigliano”; un dolce tradizionale ebraico associato alla festa di Hanukkah.

Gli Sfratti sono dei biscotti a forma di cilindro allungato, ripieni di una miscela dolce a base di noci, miele, zucchero e spezie come la cannella. La forma allungata e appuntita degli sfratti è spesso associata simbolicamente a una freccia o a un bastone, forma che richiama gli eventi storici legati alla festa di Hanukkah, nella quale si ricorda la rivolta dei Maccabei contro il Re Seleucide Antioco IV, avvenuta nel II secolo a.C..

Abbiamo organizzato la vostra visita a Pitigliano: perdersi tra le vie di Pitigliano provando gli sfratti e poi nel primo pomeriggio andare a salutare Edoardo e Carla alla cantina Sassotondo degustando i loro vini direttamente nella vigna di San Lorenzo guardando il tramonto che cade proprio sul borgo di Pitigliano: cosa volete di più?