Santiago | CILE

Dove il vino incontra il mare e la poesia

Un viaggio alla scoperta dei vini cileni, nel tragitto che porta alla costa dei poeti e alla casa di Pablo Neruda.

Santiago | CILE

Dove il vino incontra il mare e la poesia

Un viaggio alla scoperta dei vini cileni, nel tragitto che porta alla costa dei poeti e alla casa di Pablo Neruda.

Il rapporto tra il vino e il mondo della poesia è un argomento che ha suscitato interesse nel corso dei secoli, anche se a dir la verità, io personalmente non avevo mai pensato di approfondire questa relazione. La curiosità è nata durante un viaggio che ho fatto lo scorso febbraio: dall'Argentina ho deciso di attraversare l'imponente Cordigliera delle Ande fino a Santiago del Cile. Una volta arrivato in questa città vibrante, multiculturale e moderna, ho scoperto con sorpresa che uno dei principali itinerari turistici era il "Litoral de los Poetas", che unisce cultura, vino, natura e poesia. Questa regione, vicina alla capitale cilena e con Isla Negra come centro turistico, ospita rinomate cantine e

"La casa del famoso poeta cileno Pablo Neruda."

Una volta terminata la visita della città lasciamo Santiago del Cile, sempre con la Cordigliera delle Ande come buona compagnia, iniziamo il nostro tour, composto da varie tappe, con destinazione finale il paese turistico di Isla Negra.

A pochi chilometri di distanza dalla “Grande Capitale” abbiamo fatto la prima tappa, che ha superato di gran lunga le mie aspettative. Il paesaggio che ci accoglie è sorprendente, selvaggio e aspro, ci offre un'immagine molto diversa da quella che ci saremmo aspettati. Matetic è l'unica cantina che si trova nella Valle del Rosario, il che le conferisce uno spirito davvero pionieristico. Situata tra le valli di Casablanca e la Valle di San Antonio, siamo in un punto d'incontro tra mare e montagna. Il clima della zona è un po' particolare: l'influenza del mare si fa sentire al mattino quando compare la nebbia, alternando, anche durante l'estate, giornate fresche a giornate calde. Sono rimasto sorpreso dal brusco cambiamento di temperatura; abbiamo lasciato la calda capitale con 32 gradi e ci siamo ritrovati con 20 gradi alle 12.00 a Matetic. La complessità dei vini della zona è data dai suoi terreni granitici, ricchi di minerali di quarzo, oltre che dai metodi di agricoltura biodinamica utilizzati sia in vigna che in cantina.

"La complessità dei vini della zona è data dai suoi terreni granitici"

In questo particolare scenario abbiamo iniziato la nostra esperienza aprendo con un Metodo Classico, a base di Pinot Nero e Chardonnay. Abbiamo proseguito con un Sauvignon Blanc. Al primo impatto, mi ha colpito la presenza di note tropicali (mango, papaya, ecc.) insieme a sentori di alcune erbe aromatiche, che mi hanno rapidamente trasportato nell'ambiente e nella zona in cui mi trovavo. L'ho trovato fresco e un po' nervoso, concentrato e vibrante. La freschezza e la presenza di erbe aromatiche si fondono elegantemente con una profonda mineralità, frutto dei suoli granitici e dell'influenza oceanica. La caratteristica dei vini rossi è il tratto marcato che si ottiene dall’applicazione stretta dei principi della biodinamica. Fra questi cattura la mia attenzione il "Winemaker's Blend", un blend di Cabernet Franc, Malbec, Syrah e una piccola percentuale di Petit Verdot. La sua corposità, il colore rosso vibrante e le sfumature violacee, nonché le note floreali, speziate e terrose ne fanno un vino eccezionale. Il legno, intelligentemente integrato, aggiunge ulteriore complessità e rotondità, culminando in un finale lungo ed elegante.

Lasciamo questa affascinante cantina per addentrarci nella valle di Lo Abarca. In soli 15 minuti raggiungiamo Casa Marin. Nonostante la vicinanza, abbiamo cambiato completamente ambiente geografico e ci siamo chiesti se ci fosse un'omogeneità -viticola e culturale- nella zona e/o se fossimo in grado di individuare alcuni tratti particolari che ci avrebbero permesso di comprenderne il carattere.

"La storia di questa cantina si fonde con quella della sua fondatrice"

Maria Luz Marin, che divenne la prima donna enologa responsabile di una cantina cilena. È qui che ho iniziato a collegare la cultura locale, la sua storia e, naturalmente, i vini. Casa Marin è stato il primo esperimento di vigneto piantato in tutto il Sud America e sulla costa del Pacifico, in un clima considerato fresco.

La nostra degustazione è iniziata con un Sauvignon Blanc, da vigneti in cima alla collina esposti direttamente all’Oceano Pacifico. Al naso presenta intensi aromi salini, pompelmo e agrumi maturi, completati da erbe fresche, asparagi e mango verde. La chiara acidità e la salinità dell'Oceano Pacifico si fondono in questo vino complesso ed equilibrato. Abbiamo proseguito con un Syrah. Al naso dolce e speziato allo stesso tempo, con lievi aromi balsamici, lavanda e viola. Nella nota gustativa ci sorprende con l’acidità intensa e tesa nonchè per la complessità nonostante la gioventù. Concludiamo la nostra degustazione con una Garnacha, vigneto giovane piantato nel 2011, che grazie all’eleganza e alla freschezza, ci ricorda lo stile del Cote du Rhone settentrionale.


Prima di partire per Isla Negra, ci siamo fermati al ristorante incastonato nel vigneto principale di Casa Marin, per conoscere molluschi, crostacei e persino un tipo di alga, tipici della costa pacifica del Cile.

Fra i vari piatti che abbiamo mangiato, mi soffermo sul timballo con "cochayuyo", cozze e "piures", essenza del mare cileno. Il cochayuyo è un'alga che è stata per secoli una delle risorse alimentari della comunità indigena sudamericana e che oggi fa parte della gastronomia cilena, essendo utilizzata per stufati, insalate, dolci e zuppe. Tuttora si può trovare in grandi quantità nelle spiagge e zone rocciose della costa cilena. I “piures” invece sono dei molluschi di colore rosso intenso, dovuto al loro alto contenuto di iodio, con un sapore forte e abbastanza aggressivo, che proviene dal vanadio, un metallo tenero che la “piure” concentra quando filtra l'acqua di mare. Il timballo fatto con questi ingredienti, dai sapori forti, ci ha trasportato direttamente al mare.

"Lasciamo Casa Marin e come sfondo il paesaggio aspro"

Ci dirigiamo verso la nostra destinazione finale: Isla Negra. Dopo aver attraversato il pittoresco villaggio di Lo Abarca, abbiamo proseguito lungo una strada sterrata tutta un saliscendi attraverso boschi di eucalipti. È allora che, inaspettatamente, l'Oceano Pacifico si rivela in tutta la sua imponenza, incorniciato dalla Valle del Estero de Cartagena. La strada che collega questa valle con Isla Negra ci ha mostrato l’intensa forza del vento dell'oceano, che influenza il clima delle valli interne e che ci ha accompagnato fino alla casa di Pablo Neruda.

Il nostro obiettivo era, in parte, quello di esplorare e capire il possibile legame tra il mare, il vino e i poeti che hanno scritto grandi opere da questa zona costiera, come Vicente Huidobro, Pablo Neruda e Nicanor Parra. Arrivando alla casa museo di Pablo Neruda, il paesaggio ci ha mostrato il forte legame con la natura. Ci ha colpito l'aria del mare, vigorosa e salina, impregnata dell'aroma profondo del sale e degli eucalipti. Abbiamo immaginato Pablo Neruda che, con un bicchiere di vino in mano,

"Cercava l'ispirazione tra il mare e le montagne e scriveva con passione la sua ode al vino."

Per concludere, il viaggio attraverso il Litoral de los Poetas e i vini dell'oceano è stata un'esperienza che ci ha mostrato il legame tra vino, poesia e l'ambiente unico della costa cilena. Abbiamo scoperto l'influenza del mare sui vini, visitato cantine all'avanguardia e contemplato l'Oceano Pacifico da Isla Negra. Questo viaggio ci ha confermato ancor più che il vino, la cultura e la poesia, sono espressioni profonde della natura e dell'influenza dell'uomo sul terroir, in un connubio fuori dal tempo.

“Il vino muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri, rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto”

Pablo Neruda