Il nostro viaggio alla ricerca di prodotti tipici e caratteristici del territorio italiano ci porta oggi a San Severo in Puglia. In questa terra di transumanza, pianeggiante, dove campi di grano si alternano a filari di viti ed ulivi, erede dell’antica civiltà della Daunia, troviamo sapori veri ed una tradizione enologica che risale a tempi antichi. Qui sotto la San Severo DOC, istituita nel 1968, sono coltivati due vitigni di sicuro interesse: il Bombino Bianco e il Nero di Troia.
Il centro storico di San Severo, cittadina barocca, ha una vera e propria città sotterranea fatta da decine di cantine ipogee dove vengono affinati i vini prodotti nel territorio. Camminando per le strade, gettando lo sguardo dentro le bocche di lupo dei palazzi
Si ha l’impressione che ogni palazzo abbia la propria cantina.
È in questo scenario che incontriamo il protagonista di questo articolo, quello che scherzosamente, ma non troppo, viene definito il Re del Nero di Troia. Stiamo parlando di Leonardo Pallotta, proprietario e anima delle Cantine Pallotta , un piccolo gioiello con 1 ettaro di vigna in due appezzamenti in agro di San Severo verso il Gargano con una produzione di circa 8000 bottiglie l’anno. I terreni appartengono alla sua famiglia da generazioni, non solo dedicati alla produzione di vino ma dove sono presenti molti ulivi secolari di Olive Peranzane.
L’oliva Peranzana fu importata dalla Provenza nel XVIII secolo
L’oliva Peranzana, vero tesoro dell’agricoltura pugliese, fu importata dalla Provenza nel XVIII secolo da Raimondo di Sangro Principe di San Severo e Duca di Torremaggiore. Nel 2019 il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali le ha riconosciuto il diritto di fregiarsi del titolo di “Prodotto Tradizionale“ ed è particolarmente apprezzata per la sua versatilità perché ha la doppia attitudine di essere eccellente sia come oliva da olio extra vergine, per il suo profilo aromatico unico, che per la creazione di squisite olive da tavola in cui, per la conservazione in salamoia, viene utilizzata l’acqua di mare.
Leonardo, che nella vita fa l’architetto, rimasto orfano molto giovane, ereditò diversi terreni nell’agro di San Severo perché il padre ed il nonno producevano un ottimo vino da tavola. Dopo numerosi tentennamenti sul continuare l’attività di famiglia o meno, nel 2000 Leonardo riceve l’ultimatum per mantenere il diritto di reimpianto delle viti nei terreni che gli aveva lasciato il padre e decide di dedicarsi a tempo pieno alla produzione di vino, affiancando al Bombino, Moscato e Malvasia di Candia già coltivati, l’impianto di una vigna nuova di Nero di Troia. Nel 2012 ricomincia l’attività della cantina pur conservando lo studio di architettura in centro a San Severo, sotto cui, nella cantina ipogea di famiglia, matura il vino imbottigliato e ancora senza etichetta.
Nel 2011 la DOC San Severo viene allargata anche al vitigno Nero di Troia
Affiancato dall’enologo Cristoforo Pastore parte così il progetto per la valorizzazione del Nero di Troia, con l’obiettivo di esaltare tutte le caratteristiche organolettiche del prodotto, per esempio cambiando l’organizzazione delle vigne e passando dalle pergole ai filari a spalliera guyot: l’obiettivo ambizioso era quello di trasformare un vino da taglio in un vino elegante, potente e di alto livello tanto da poter competere con le migliori bottiglie a livello mondiale. Anche in considerazione degli eccellenti risultati raggiunti nella regione, nel 2011 la DOC San Severo viene allargata anche al vitigno Nero di Troia.
Nasce così Il Donna Clelia un Nero di Troia in purezza, ancora pigiato con i torchi di legno, affinato in barriques di rovere francese di secondo/terzo passaggio per 24/30 mesi e lasciato riposare da 18/24 mesi in bottiglia. Il Donna Clelia viene prodotto sia in versione annata che riserva.
La riserva, quest’anno in commercio il 2017, è un vino straordinario dai profumi intensi dove le dolcezza fruttata della ciliegia si sposa con i ricordi floreali di geranio e viola che si uniscono in splendida armonia con sentori speziati, di erbe aromatiche dove spicca il ginepro.
Questo vino caldo con suoi 14/15 gradi, dai tannini morbidi, setosi ed di una invidiabile freschezza lo abbiniamo a dei piatti della cucina tipica come le:
Braciole al sugo, l’agnello, le orecchiette al sugo con le polpette
Il caciocavallo podolico del Gargano con il suo profumo intenso di latte e fieno, i pecorini stagionati: un tripudio di sapori forti e profumi intensi.
Recentemente il Donna Clelia viene prodotto anche rosato, ideale con il Pancotto e l’Acquasala, altri due piatti tipici della tradizione enogastronomica Pugliese.