San Gimignano | ITALIA

Terre di Sovernaja la riscoperta del verdacchio sulle colline toscane

A San Gimignano la famiglia Montagnani unisce tradizione e innovazione producendo vini unici come Sovernaja, il primo verdacchio in purezza al mondo.

San Gimignano | ITALIA

Terre di Sovernaja la riscoperta del verdacchio sulle colline toscane

A San Gimignano la famiglia Montagnani unisce tradizione e innovazione producendo vini unici come Sovernaja, il primo verdacchio in purezza al mondo.

La nostra avventura inizia in uno dei luoghi più amati della Toscana, San Gimignano: siamo dentro ad una vera e propria favola medioevale, dove le case-torri squarciano il cielo e il visitatore è travolto dalla storia, tanto da meritare a pieno titolo l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale Unesco, ormai dal 1990.  Città di mercanti e di preziose spezie (come non citare il tipico, profumatissimo zafferano locale?), San Gimignano regala emozioni all’appassionato d’arte così come all’ amante del vino, che potrà divertirsi a degustare - non basterà un solo viaggio - le numerose vernacce DOCG prodotte nel territorio, con oltre 70 aziende iscritte al Consorzio di Tutela.


Ma per narrare di vino occorre parlare prima di tutto di terra e di territorio: mai come in questo caso si tratta di un suolo speciale, antichissimo; 

Non stupitevi di imbattervi in denti di squalo, conchiglie preistoriche, tracce di pesci e coralli

Sì, perché le dolci colline su cui si erge fiera la città di San Gimignano con le sue campagne sapientemente modellate da secoli di lavoro agricolo, custodiscono tesori fossili provenienti direttamente dal Pliocene, che i vini testimoniano con la loro inconfondibile mineralità. 


Lasciandoci alle spalle la turrita città, proseguiamo il nostro viaggio verso Nord fino a raggiungere località Casale, dove incontriamo l’azienda Terre di Sovernaja: ad accoglierci c’è Federico Montagnani che, seguendo la tradizione familiare tramandata da due generazioni, cura i suoi vini dalla vigna alla bottiglia con entusiasmo, curiosità e visione. Inutile dire che l’assaggio delle Vernacce della tenuta regala grandi soddisfazioni: si tratta di vini godibili, freschi, minerali, intensi e persistenti al palato: conquistano le note floreali e fruttate, a bilanciare la caratteristica sapidità che rende ogni sorso di “Viti Sparse” assai gustoso. Più complessa, strutturata e avvolgente è la riserva “Assola” che manifesta un grande potenziale di invecchiamento. E passando dal bicchiere di bianco a quello di rosso - da provare l’IGP “Infrarosso”, il “Chianti Colli Senesi” ed il blend “9 Anime” - l’attenzione si ferma su una bottiglia assolutamente inedita, frutto della vinificazione al 100% di uve bianche di verdacchio! E no, non è un errore di battitura…

Nella tenuta di 15 ettari, di cui 10 vitati, la famiglia Montagnani si apprestava nel 2007 a fare l’importante scoperta. Che quel filare di viti centenarie dai grappoli delicati, lunghi e verdi, usati per tanti anni dal nonno per un ottimo vinsanto, non fossero di vernaccia, trebbiano o malvasia, c’era da immaginarselo; ma mai Federico e famiglia avrebbero creduto si trattasse di un’uva antica, toscana, scomparsa dagli anni ’60 dello scorso secolo e mai più trovata, fino a quel momento. Gli esami del DNA dell’uva, condotti dal CNR di Conegliano nella prima decade del ventunesimo secolo, non hanno però lasciato alcun dubbio. Federico impiega alcuni anni per conoscere approfonditamente il vitigno e ottenere

“Sovernaja”, il primo ed unico vino al mondo di verdacchio in purezza

Di certo la nostra visita non poteva concludersi senza conoscere meglio questo vino così speciale, risultato di una produzione limitata alle annate migliori, di circa 500 bottiglie. Il processo di vinificazione prevede che il 50% della massa rimanga 30 giorni a contatto con le bucce, mentre la restante parte viene macerata per 6 mesi, senza l’aggiunta di solfiti; l’affinamento avviene per un anno in vasche di cemento e per un ulteriore anno in bottiglia. Con l’idea di fare un tuffo nel passato, ci apprestiamo all’ assaggio dell’annata 2019 che ci regala un bouquet olfattivo con sentori fruttati di mela e susina ed effluvi di fiori bianchi estivi. Il sorso è fresco, sapido, minerale, con una leggera presenza tannica dovuta alla prolungata macerazione: un vino materico che ci lascia appagati e soddisfatti.


Ci congediamo infine, non senza dispiacere, rinfrancati dalla gradevolissima degustazione e dall amichevole accoglienza, sempre più convinti che per fare un buon vino non bastano la tecnica e una terra vocata, ma servono competenze, passione, tradizioni, incontri. Ci mancheranno, almeno fino alla prossima visita, la piacevole esperienza umana, l’atmosfera familiare, la terrazza ombreggiata, panoramica sulle vigne e su San Gimignano, il venticello di fine estate. Arrivederci Federico! 

Altre ispirazioni...