Toscana | ITALIA

La “Dispensa” di Faith Willinger

Un viaggio nelle tradizioni della cultura enogastronomica italiana attraverso il racconto di una delle più influenti donne della cucina italiana in Toscana.

Toscana | ITALIA

La “Dispensa” di Faith Willinger

Un viaggio nelle tradizioni della cultura enogastronomica italiana attraverso il racconto di una delle più influenti donne della cucina italiana in Toscana.

È una calda mattina di primavera il centro di Firenze si sta animando, le botteghe iniziano ad aprire tirando su la saracinesca. La città in questo momento è piena di turisti ed io, ogni volta che percorro queste stradine antiche ricche di storia, mi sento proprio come loro una turista nella mia città.

Sarà la felicità data dal clima che inizia a farsi più mite, sarà l’emozione dell’incontro che avrò tra poco, ma percepisco nitidamente che sarà una giornata speciale.


Arriviamo puntuali all’appuntamento, il palazzo è antico di quello dai grandi scalini che sali a fatica, la persona che intervisterò è una vera e propria icona del food internazionale. Ci ospita nella sua “Dispensa” aprendoci le porte di casa, per una chiacchierata informale.


Lei è Faith Willinger americana trapiantata a Firenze da oltre 50 anni, il suo accento ancora tipicamente americano identifica le sue origini. Ci affascina con l’uso sapiente delle parole, proprio come gli ingredienti che mette nei suoi piatti: genuini, unici, semplici, ma dal gusto ricco.


Faith ci catapulta nelle sue storie di vita, che incrociano la tradizione culinaria italiana, gli affetti, i luoghi del cuore, il tutto esposto con tale maestria da rimanerne affascinati. 

La sua “Dispensa” è un luogo sacro della cucina toscana ed internazionale

Poterla visitare è stato un privilegio, ascoltare i suoi racconti una vera magia. Faith ci accoglie con gentilezza e garbo, sono emozionata lo ammetto, ma riesce subito a mettermi a mio agio, ho preparato molte domande ma capisco che sarà più una chiacchierata, che qualcosa di formale.


Inizia offrendomi delle mandorle siciliane, un sapore che credo non aver mai provato: quando la materia prima è eccellente anche i prodotti più semplici fanno la differenza.


“Ti faccio mangiare queste mandorle- dice Faith mentre mi allunga il piattino posto proprio al centro della sua grande tavola- sono leggermente tostate, ma sono mandorle di Corrado Assena ci sono sempre sulla nostra tavola non mancano mai, sono di tradizione siciliana. Questa mandorla è una sintesi del percorso che faccio per cercare l’artigianalità di un prodotto apparentemente banale, ma che ti lascia un gusto dolce e amaro direi unico. Tra i miei viaggi sono stata al museo della mandorla in Sicilia, dove ne sono esposte più di 200 tipologie, una cosa incredibile!!! Questo per me è conoscere l’Italia, ora penso che hai conosciuto anche tu un sapore nuovo inaspettato di mandorle siciliane.”


Faith arriva in Italia per avvicinarsi alla cultura enogastronomica, potremmo dire che questo è stato il viaggio più importante della sua vita che l’ha portata a rimanere nel nostro paese, le chiedo perché si è avvicinata a questa cultura:


“Come prima cosa mi ha scioccata perché in America conoscevo una cucina italo-americana, ma quando sono arrivata qui ho conosciuto quella vera italiana ed ho deciso di voler approfondire. Sono andata in Alto Adige da uno chef con una stella Michelin, da lui ho imparato a selezionare i prodotti, gli portavo sempre qualcosa: asparagi pecorino, vini toscani e mi chiedeva dove potesse comprarli. Lì ho capito che, anche se non sarei mai stata brava nella manualità come lui, avrei potuto fare la differenza con la qualità del prodotto. Quando tornavo a Firenze, dopo essere stata da lui, cucinavo comunque le cose semplici, ora vedo che tutti i miei amici quando vengono qui gioiscono della semplicità ed è ciò che preferiscono”. 

La semplicità e la qualità del prodotto, sono elementi fondamentali per Faith

Ma quando le chiedo quali sono le emozioni che vuole trasmettere a chi assapora i suoi piatti, dalla sua risposta capisco la passione che mette in quello che fa:


Per me l’importante è far conoscere il prodotto italiano. Ti faccio un esempio: su questa tavola ci sono 4 oli diversi tutti di qualità, se uno inizia con un olio eccezionale, allora il gioco è fatto. L'altro giorno mi sono arrivate delle foglie selvatiche, per chi è qui a Firenze è praticamente impossibile averne. Ho un amico che è un grande cercatore di foglie di tutti i tipi, ha solo prodotti di nicchia, Fare un’insalata con le foglie selvatiche un filo d’olio e un po’ di sale, non ha eguali, questa è la semplicità.” 


La nostra chiacchierata continua nella sua “Dispensa” un luogo che ha molto carattere, che rispecchia la personalità cosmopolita di Faith, ma la mia curiosità di sapere come è nata è forte: 


La mia “Dispensa “è nata perché cercavo il meglio delle materie prime, le ho prese e le ho portate a casa, qui è anche il luogo dove ci sono i miei amici. Massimiliano Alaimo uno chef eccezionale dice che: 

Questa dispensa sono i suoi occhi nel mondo

Perché quando trovo qualcosa di interessante lo porto sempre a lui, c’è questo scambio che è una cosa eccezionale. Lui viene a mangiare qui e ritrova un cibo genuino. Per me questa dispensa rappresenta il meglio dell’Italia o almeno il meglio che sono riuscita a procurare, come la carne di Dario Cecchini che non manca mai”.


Nella Dispensa di Faith ci sono cibi, fotografie, dipinti, suppellettili, vini e olii di diverse tipologie, eppure in questa grande varietà le chiedo se ci sono ingredienti di cui non può fare a meno, che sulla sua tavola non devono mai mancare: 


“L’olio non deve mai mancare- mi risponde di getto indicando le bottiglie che sono sulla tavola- un’acqua buona, sale siciliano, queste sono le cose che si trovano da me sempre e del pane, anche se qui in Toscana è difficile trovare del pane buono… 


Noi spesso giriamo per l’Italia, ho viaggiato qui e non in altri paesi, qui ci sono 25 secoli di storia c’è l’imbarazzo della scelta, c’è tanto da fare tra un pasto e l'altro vi sono persone e prodotti incredibili da scoprire, come ad esempio l’agresto che non conosce nessuno.”


Ogni racconto di Faith è un aneddoto che le ha fatto conoscere qualcosa di inaspettato, le chiedo di raccontarmi uno tra i numerosi viaggi fatti prevalentemente in Italia: 


“Vado sempre in Irpinia a Vallesaccarda  da “Oasis” sono tanti anni che vado lì è un ristorante iniziato dai genitori ed ora è gestito da circa 14 elementi tra genitori e figli. Questo luogo per mio marito è la massima espressione della cucina in italiana ha ricevuto molti premi.” 


Quando prepara una ricetta si lega molto alla tradizione, ma riesce comunque ad innovare, trovando l’ispirazione che la porta a realizzare il piatto pronto da far assaporare ad altri: 

“Quello che mi ispira di più di un piatto è la stagionalità”

Sia quando iniziano i primi prodotti ed anche quando finiscono. Si parla sempre di primizie ma io parlo della tristezza dell’ultimizia. Significa addio per un anno, queste per me sono cose interessanti: meglio l’attesa di un prodotto.” 


Autrice di tre libri che coprono diversi aspetti della cucina e del consumo di cibo italiano, tra questi “Avventure di un amante del cibo italiano “(Adventures of an Italian Food Lover):


Questo libro è stato illustrato da mia sorella Suzanne, lei è un artista, veniva in Italia per mesi ogni anno. Un giorno è rimasta in albergo mentre andavo a visitare un’azienda vinicola ed ha dipinto il nostro amico e autista, da qui ha iniziato ad illustrare tutti i miei amici. Il libro contiene una ricetta per ognuno di loro, ma non voleva fotografie e così ha fatto degli acquerelli che ritroviamo nel libro ispirati alla persona che, a sua volta, ha ispirato il mio piatto, come ad esempio Alfonso e Livia Iaccherino di “Don Alfonso”, Salvatore e Annamaria del ristorante “La Tradizione” di Vico Equense. 

Per Faith è una passione ma anche, come dice nella sua bio un’ossessione quella per i prodotti di alta qualità e per le eccellenze italiane che sono moltissime, ad esempio nel libro “Rosso bianco e verde” ogni capitolo si concentra su un ortaggio:


Questo è stato il mio primo ricettario fatto di sole verdure in Italia. Le verdure sono eccezionali perché cambiano in ogni stagione, poi nessuno parlava mai della cucina italiana concentrata sulle verdure”.


Pensando anche al progetto di Retrogusti quello che fa la differenza oltre alla qualità sono anche: la convivialità, l’amicizia, il racconto. Una semplice mandorla contestualizzata e raccontata può fare la differenza e dare emozione, come quello che abbiamo provato noi oggi qui, affascinati dai racconti di Faith. Il cibo insomma è anche aggregazione, ma cosa rappresenta il cibo per lei, ce lo racconta in poche parole molto dirette: 

Mi sembra chiaro il cibo è la mia vita”

A questo punto la domanda è d’obbligo, le chiedo cosa rappresenta per lei il retrogusto e la sua risposta mi fa capire la straordinarietà della donna che ho davanti: “Il messaggio finale di un pasto”.