Marche | ITALIA

La Favetta di Fratte Rosa

Un centro delle Marche conserva una delle biodiversità italiane dalla grande versatilità, che parla di piatti contadini da riscoprire. Ad esempio i tacconi, pasta fresca fatta con la farina di fave.

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La Favetta di Fratte Rosa

Un centro delle Marche conserva una delle biodiversità italiane dalla grande versatilità, che parla di piatti contadini da riscoprire. Ad esempio i tacconi, pasta fresca fatta con la farina di fave.

Ci troviamo in un piccolo borgo delle Marche dalle origini tardo medievali, arroccato in collina a circa 400 metri di quota, in provincia di Pesaro Urbino, accompagnati da Giovanna Baldelli.

Il suo nome ed origini sono associati al territorio, ricco di argilla ovvero la terra dei Lubachi

Un territorio che ha favorito, nel corso dei secoli, la produzione di terrecotte o meglio, della ceramica d’uso, così indicata perché utilizzata per cucinare, raccogliere e conservare i cibi.

Il territorio dei Lubachi  ha permesso, fin da tempi lontani, la coltivazione di un particolare tipo di fava, frutto di vari incroci, caratterizzata da un'eccezionale dolcezza e tenerezza.

Da sempre è stata uno degli alimenti principali dei contadini delle nostre zone e non mancava mai nelle tavole, specialmente in quelle dei ceti più poveri che proprio grazie ad essa hanno soddisfatto per generazioni il loro bisogni alimentari. 

Dal dopoguerra in poi, il cambiamento della società ed alimentazione ne hanno diminuito la produzione che è andata scarseggiando a favore di coltivazioni economicamente più redditizie. 

Un progetto prestigioso per valorizzare questo prodotto tipico e promuovere il territorio, grazie ad un grande lavoro di squadra svolto dall’Amministrazione Comunale, l’Associazione Favetta di Fratte Rosa e la Pro Loco Fratte Rosa e Torre San Marco, ha visto il suo decollo con la firma dell’accordo con Slow Food Italia e Comune di Fratte Rosa, nel 2019.

I presidi Slow Food sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvaguardano dall'estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. 

La fava di Fratte Rosa è entrata a far parte della rete slow food di prodotti di nicchia da salvaguardare, grazie anche all’Assam (Agenzia per i Servizi nel settore agro-alimentare delle Marche e all’Univpm (Università Politecnica delle Marche) che assicurano il mantenimento del seme in purezza ma altresì importante è assicurare la continuità della produzione nel territorio geografico assegnato, attraverso la salvaguardia da parte dei contadini-custodi.

Attualmente, la fava di Fratte Rosa è ricercata ed apprezzata nella ristorazione del territorio ed oltre, nei panifici, ristoranti e locali ovunque vi siano ricette particolari che richiamano alla tradizione. Ottimo l’abbinamento in cottura nel “coccio” di Fratte Rosa.

Dalla tradizione contadina le fave vengono mangiate fresche insieme al formaggio pecorino ma anche cucinate in padella con olio ed erbe o “in porchetta”, con l’aggiunta di finocchio selvatico. Sono ottime anche trasformate in purea.

I tacconi con farina di fava, un piatto che  richiama la tradizione contadina

La farina di fava è stata, da sempre, utilizzata per la preparazione dei tacconi una pasta oggi particolarmente riscoperta ed apprezzata. Il nome deriva dalla forma che tradizionalmente assomigliava ad un grosso ritaglio di tacco di scarpa. I tacconi hanno la peculiarità di essere composti da un mix di due farine: quella bianca di frumento e quella di  fave. Un prodotto considerato povero della cucina contadina degli anni passati ma che oggi è in via di rivalorizzazione.

La tradizione narra che i contadini dovendo dividere il loro raccolto con i padroni dei terreni e, nel timore di rimanere senza farina, la mescolavano spesso con altre farine di minor pregio, di solito di legumi (fave, pisellilenticchie...).

L'aspetto dei tacconi è una via di mezzo tra le tagliatelle e i tagliolini e la sfoglia viene tirata a mattarello in maniera più grossolana della classica sfoglia e sono davvero ottimi se accompagnati con ragù di carne o con funghi.

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